Consiglio di Stato sentenza n. 1416 del 2015

ECLI:IT:CDS:2015:1416SENT

Massima

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Il provvedimento di annullamento della Soprintendenza che revoca l'autorizzazione comunale in sanatoria di opere edilizie abusive è legittimo quando: 1. È adottato entro il termine di 60 giorni dalla data di acquisizione al protocollo dell'atto autorizzativo comunale, in quanto il dies a quo per il computo del termine decorre da tale momento e non da una diversa data di conoscenza effettiva da parte dell'Amministrazione. Il rispetto del termine perentorio di 60 giorni è essenziale per l'esercizio del potere di annullamento, in quanto garantisce la certezza giuridica del momento iniziale del relativo procedimento. 2. È adeguatamente motivato, con riferimento alle specifiche caratteristiche del manufatto abusivo e alle peculiari qualità paesaggistiche e ambientali dell'area interessata, che rendono l'opera incompatibile con il contesto tutelato e ostano alla sua sanatoria. La motivazione deve essere congrua e coerente rispetto alle ragioni che precludono la legittimazione dell'intervento edilizio. 3. È proporzionato, in quanto l'annullamento dell'autorizzazione comunale in sanatoria risulta necessario e adeguato a tutelare il vincolo paesaggistico, nonostante l'entità delle difformità rispetto al progetto originariamente approvato possa apparire di scarsa consistenza. La valutazione della proporzionalità dell'azione amministrativa deve tenere conto dell'interesse pubblico primario alla salvaguardia del paesaggio, che prevale sulle esigenze del privato. Pertanto, il provvedimento di annullamento della Soprintendenza che revoca l'autorizzazione comunale in sanatoria di opere edilizie abusive è legittimo quando è adottato tempestivamente, adeguatamente motivato e proporzionato, in ragione della necessità di tutelare il vincolo paesaggistico sull'area interessata, a prescindere dall'entità delle difformità rispetto al progetto originariamente approvato.

Sentenza completa

N. 07503/2013
REG.RIC.

N. 01416/2015REG.PROV.COLL.

N. 07503/2013 REG.RIC.

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

Il Consiglio di Stato

in sede giurisdizionale (Sezione Sesta)

ha pronunciato la presente

SENTENZA

sul ricorso numero di registro generale 7503 del 2013, proposto da:
Ministero per i beni e le attività culturali, in persona del Ministro
pro tempore
, rappresentato e difeso per legge dall’Avvocatura generale dello Stato, domiciliata in Roma, via dei Portoghesi, 12;

contro

Saponaro Antonio, rappresentato e difeso dall'avv. Pietro Lisi, con domicilio eletto presso la Segreteria del Consiglio di Stato, in Roma piazza Capo di Ferro 13;

nei confronti di

Comune di Casal Velino;

per la riforma

della sentenza del T.A.R. CAMPANIA - SEZ. STACCATA DI SALERNO: SEZIONE I n. 00359/2013, resa tra le parti;

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