Cassazione penale Sez. V sentenza n. 37456 del 14 ottobre 2021

ECLI:IT:CASS:2021:37456PEN

Massima

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Il comportamento persecutorio, anche attraverso l'utilizzo di strumenti tecnologici, che cagiona un perdurante e grave stato di ansia e di paura nella vittima, integra il reato di atti persecutori, anche in assenza di accertamenti tecnici sulla riconducibilità degli atti all'imputato, qualora le dichiarazioni della persona offesa, valutate nella loro attendibilità intrinseca e credibilità soggettiva, siano sufficienti a dimostrare la responsabilità penale. La pena per tale reato può essere adeguatamente commisurata dal giudice di merito, anche in relazione alla gravità oggettiva della condotta e all'intensità del dolo, senza che ciò integri un vizio di motivazione censurabile in cassazione, salvo ipotesi di mero arbitrio o illogicità manifesta.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. SABEONE Gerardo - Presidente

Dott. CATENA Rossella - Consigliere

Dott. DE MARZO Giuseppe - rel. Consigliere

Dott. TUDINO Alessandrina - Consigliere

Dott. VENEGONI Andrea - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso la sentenza del 23/02/2021 della CORTE APPELLO di ROMA;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere GIUSEPPE DE MARZO;
udito il Procuratore generale, in persona Dott. ALESSANDRO CIMMINO, che ha concluso per l'inammissibilita' del ricorso.
L'Avv. (OMISSIS), quale sostituto processuale dell'Avv. (OMISSIS), per il quale deposita preliminarmente nuova nomina con revoca del preceden…

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