Cassazione penale Sez. II sentenza n. 16690 del 3 maggio 2010

ECLI:IT:CASS:2010:16690PEN

Massima

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Il reato di estorsione sussiste quando l'agente prospetta il pericolo reale di un accadimento il cui verificarsi appare da lui dipendente, anche in presenza di un pregresso rapporto di lavoro irregolarmente retribuito, non integrando tale situazione la fattispecie dell'esercizio arbitrario delle proprie ragioni. Le dichiarazioni della parte offesa, se ritenute credibili dal giudice di merito, possono fondare la condanna per i reati di minaccia e sostituzione di persona, senza che rilevi la mera circostanza che l'agente abbia rammentato all'interlocutore la possibilità di adire le vie legali in caso di inadempimento. Ai fini della concessione delle attenuanti generiche, il giudice può legittimamente negare il beneficio sulla base di un solo elemento attinente alla personalità dell'imputato o all'entità e alle modalità di esecuzione del reato, senza che assuma rilievo determinante la mera esistenza di precedenti penali.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. SIRENA ((omissis)) - Presidente

Dott. CARMENINI Secondo L. - Consigliere

Dott. TADDEI Margherita B. - Consigliere

Dott. MACCHIA Alberto - Consigliere

Dott. BRONZINI Giuseppe - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

difesa di:

Be. Do. (nato il (OMESSO));

Da. Au. An. (nata il (OMESSO));

avverso la sentenza della Corte d'appello di Milano, sezione 30 penale, in data 24.01.2008;

Sentita la relazione della causa fatta dal Consigliere Dott. ((omissis));

Sentita la requisitoria del sostituto procuratore generale Dott. GIALANELLA Antonio, il quale ha concluso chiedendo la dichiarazione di inammissibilita' del ricorso.

OSSERVA

Avverso la sent…

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