La massima giuridica che può essere estratta dalla sentenza è la seguente: La domanda di accertamento di conformità edilizia ex art. 36 del T.U. Edilizia deve essere valutata in relazione alla disciplina urbanistica vigente sia al momento della realizzazione dell'opera abusiva sia al momento della presentazione della domanda stessa, tenendo conto anche delle misure di salvaguardia previste dall'art. 12, comma 3, del T.U. Edilizia, che sospendono il rilascio di permessi di costruire in contrasto con lo strumento urbanistico adottato, a prescindere dal momento di presentazione della domanda. Pertanto, l'opera realizzata in difformità rispetto al nuovo strumento urbanistico adottato, ancorché conforme a quello vigente al momento della sua esecuzione, non può essere sanata, in applicazione del principio di prevalenza della pianificazione urbanistica in itinere rispetto alla situazione di fatto esistente. Inoltre, la mancata osservanza della procedura di preavviso di rigetto di cui all'art. 10-bis della L. 241/1990 non determina l'annullamento dell'atto finale di diniego della sanatoria, in quanto tale istituto non trova applicazione nell'ambito del procedimento di accertamento di conformità edilizia, che presenta un elevato grado di vincolatività dell'azione amministrativa.