Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza è il seguente: La dichiarazione di assenza dell'imputato dal processo penale non può essere disposta sulla sola base della notifica del decreto di citazione a giudizio effettuata ai sensi dell'art. 161 c.p.p., comma 4, mediante consegna al difensore d'ufficio, in assenza della prova certa dell'effettiva conoscenza del procedimento da parte dell'imputato. Ciò in quanto la conoscenza del contenuto della vocatio in iudicium non può essere presunta, né legale, ma deve essere effettiva. Pertanto, la precedente elezione di domicilio presso il difensore, nonostante la previsione dell'art. 420-bis c.p.p., non legittima la dichiarazione di assenza se tale conoscenza non è certa. Il giudice, prima di dichiarare l'assenza dell'imputato, deve verificare l'instaurazione di un effettivo rapporto professionale tra il legale domiciliatario e l'assistito, tale da far ritenere con certezza che quest'ultimo abbia avuto conoscenza del procedimento ovvero si sia sottratto volontariamente alla stessa. In mancanza di tale verifica, il processo deve essere sospeso ai sensi dell'art. 420-quater c.p.p.