Cassazione penale Sez. I sentenza n. 19790 del 13 maggio 2015

ECLI:IT:CASS:2015:19790PEN

Massima

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Il ripristino della misura cautelare più grave della custodia in carcere, a seguito della violazione del divieto di allontanamento dal luogo degli arresti domiciliari, è un provvedimento che il giudice deve adottare in modo sostanzialmente automatico, senza poter procedere a una nuova valutazione delle esigenze cautelari, in applicazione dell'art. 276, comma 1-ter, c.p.p. Ciò in quanto la trasgressione alle prescrizioni concernenti il divieto di allontanamento dal luogo degli arresti domiciliari integra un elemento di fatto che, di per sé, giustifica il ripristino della misura più grave, senza che il giudice possa rivalutare la sussistenza delle esigenze cautelari originariamente poste a fondamento dell'applicazione della custodia in carcere. Tale automatismo, tuttavia, non esclude la possibilità per l'imputato di richiedere successivamente la modifica della misura cautelare, qualora sopravvengano nuovi elementi in grado di incidere sulla valutazione delle esigenze cautelari.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. CHIEFFI Severo - Presidente

Dott. DI TOMASSI ((omissis)) - Consigliere

Dott. SANDRINI Enrico G - rel. Consigliere

Dott. CASA Filippo - Consigliere

Dott. BONI Monica - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

avverso l'ordinanza n. 1160/2014 TRIB. LIBERTA' di MILANO, del 26/08/2014;

sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. ENRICO GIUSEPPE SANDRINI;

lette/sentite le conclusioni del PG Dott. ANIELLO Roberto che ha chiesto che il ricorso sia dichiarato inammissibile.

RITENUTO IN FATTO

1. Con ordinanza pronunciata il 26.08.2014 il Tribunale di Milano, costituito ai sensi dell'articolo 310 c.p.p., ha rigettato l'ap…

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