Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 23386 del 30 luglio 2020

ECLI:IT:CASS:2020:23386PEN

Massima

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Il dolo specifico richiesto per l'applicazione dell'aggravante di cui all'art. 416-bis.1 c.p. richiede che l'agente abbia agito con lo scopo di agevolare l'attività dell'associazione mafiosa, costituendo tale finalità l'obiettivo diretto della condotta, non rilevando eventuali vantaggi indiretti o il mero scopo di favorire un esponente di vertice della cosca, in assenza di una verifica circa l'effettiva ed immediata coincidenza degli interessi dell'organizzazione con quelli del singolo affiliato. L'aggravante non può essere affermata in modo apodittico sulla base della sola partecipazione di esponenti della cosca alle condotte contestate, essendo necessario accertare in concreto la sussistenza del dolo specifico in capo all'imputato, estraneo al sodalizio mafioso.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. DI STEFANO Pierluigi - Presidente

Dott. VILLONI Orlando - Consigliere

Dott. CAPOZZI Angelo - rel. Consigliere

Dott. GIORGI ((omissis)) - Consigliere

Dott. ROSATI Martino - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso la ordinanza del 9-11/01/2020 del Tribunale del riesame di Catanzaro;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal componente ((omissis));
lette le conclusioni del Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore generale ((omissis)), che ha chiesto dichiararsi l'inammissibilita' del ricorso;
lette le conclusioni del difensore, avv. (OMISSIS), che ha chiesto l'accoglimento del ricorso.

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