Cassazione penale Sez. III sentenza n. 28941 del 8 luglio 2013

ECLI:IT:CASS:2013:28941PEN

Massima

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Il giudice di legittimità, in sede di valutazione della richiesta di revisione di una sentenza di condanna passata in giudicato, deve limitarsi a una sommaria delibazione dei nuovi elementi di prova addotti, al fine di verificarne l'astratta idoneità a comportare la rimozione del giudicato, senza entrare in una valutazione approfondita nel merito che comporti un'anticipazione del giudizio di revisione, privo del contraddittorio delle parti e fondato su prove non ancora acquisite. L'esame della Corte deve pertanto essere circoscritto alla verifica della non manifesta infondatezza della richiesta di revisione, senza procedere ad un'analisi dettagliata del contenuto e della forza probatoria delle nuove prove prospettate, la quale è riservata al successivo giudizio di merito.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE TERZA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. GENTILE Mario - Presidente

Dott. AMOROSO Giovanni - Consigliere

Dott. ROSI Elisabett - rel. Consigliere

Dott. GRAZIOSI Chiara - Consigliere

Dott. ANDRONIO Alessandro - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

avverso l'ordinanza n. 562/2012 CORTE APPELLO di BRESCIA, del 23/03/2012;

sentita la relazione fatta dal Consigliere Dr. ROSI Elisabetta;

lette le conclusioni del P.G. Dr. ((omissis)), annullamento dell'ordinanza e rinvio della Corte d'Appello di Venezia.

RITENUTO IN FATTO

1. La Corte di appello di Brescia, con ordinanza del 23 marzo 2012, ha dichiarato manifestamente infondata, con provvedimento de plano, la domanda…

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