Cassazione penale Sez. II sentenza n. 33742 del 19 luglio 2018

ECLI:IT:CASS:2018:33742PEN

Massima

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Il reato di estorsione mediante minaccia è integrato dalla condotta di chi, in concorso con altri, si presenta presso l'abitazione della vittima e, con fare minaccioso, la costringe a consegnare denaro, anche se la vittima non subisce un grave turbamento psicologico. Ai fini della configurabilità del reato, è sufficiente che la condotta minacciosa sia idonea a determinare nella vittima il timore di subire un danno ingiusto, a prescindere dall'effettiva realizzazione della minaccia o dall'entità del turbamento psicologico subito. La valutazione dell'idoneità della minaccia a costringere la vittima a consegnare il denaro deve essere effettuata in concreto, tenendo conto delle circostanze del caso specifico e della capacità di intimidazione del soggetto agente. Inoltre, la continuità dell'azione criminosa, realizzata attraverso reiterate telefonate minatorie successive al primo episodio, integra il reato di estorsione continuata. La pena per il reato di estorsione mediante minaccia deve essere commisurata alla gravità della condotta, alla capacità di intimidazione del soggetto agente e all'entità del danno cagionato alla vittima, fermo restando la possibilità di riconoscere le attenuanti generiche in presenza di circostanze che riducano la colpevolezza dell'imputato.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. PRESTIPINO Antonio - Presidente

Dott. TADDEI M.B. - rel. Consigliere

Dott. RAGO Geppino - Consigliere

Dott. COSCIONI Giuseppe - Consigliere

Dott. DI PISA Fabio - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS) nato il (OMISSIS);
avverso la sentenza n.1987/2015 della Corte d'appello di Ancona, del 10.06.2016;
visti gli atti, il provvedimento impugnato ed il ricorso;
udita la relazione svolta dal consigliere Margherita B. Taddei;
udito il Pubblico Ministero in persona del Sostituto Procuratore generale, Zacco Franca, che ha concluso per l'inammissibilita' del ricorso.
MOTIVI DELLA DECISIONE
Con la sentenza indicata in epigrafe la Corte di appello di Ancona in parziale riforma …

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