Cassazione penale Sez. I sentenza n. 22229 del 8 giugno 2022

ECLI:IT:CASS:2022:22229PEN

Massima

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Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza è il seguente: Il giudice dell'esecuzione, nel rideterminare il trattamento sanzionatorio ai sensi dell'art. 81 c.p. in applicazione della disciplina del reato continuato, non può computare ai fini del fine pena la detenzione subita in epoca precedente alla cessazione della condotta criminosa oggetto della successiva condanna, in quanto l'art. 657, comma 4, c.p.p. preclude il computo di tale periodo di detenzione, in ossequio alle esigenze di evitare che l'istituto della fungibilità si risolva in uno stimolo a commettere reati e che la pena segua e non preceda il fatto criminoso al quale essa accede.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. ZAZA Carlo - Presidente

Dott. BINENTI Roberto - rel. Consigliere

Dott. POSCIA Giorgio - Consigliere

Dott. ALIFFI Francesco - Consigliere

Dott. RUSSO Carmine - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
PROCURATORE GENERALE PRESSO CORTE D'APPELLO DI REGGIO CALABRIA;
nel procedimento a carico di:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso l'ordinanza del 20/07/2021 della CORTE APPELLO di REGGIO CALABRIA;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dr. BINENTI ROBERTO;
lette le conclusioni del Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore generale Dr. ((omissis)), che ha chiesto l'annullamento con rinvio del provvedimento impugnato;
lette le conclusioni del difensore del ricorrente…

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