Il provvedimento di revoca di un affidamento di servizio pubblico, adottato ai sensi dell'art. 21-quinquies della legge n. 241/1990, è legittimo quando sussistono ragioni di interesse pubblico che giustificano l'esercizio del potere di autotutela, anche in presenza di un pregresso affidamento del servizio. Tali ragioni di interesse pubblico possono essere individuate, ad esempio, nell'accertamento di irregolarità nella procedura di gara, come la modifica del bando solo sul sito web dell'ente, la non corretta composizione della commissione aggiudicatrice, l'assegnazione del servizio a un concorrente non correttamente collocato in graduatoria, l'omessa predisposizione di verbale di consegna dei locali oggetto di appalto e il mancato rispetto della procedura di cui all'art. 1, comma 67, della legge n. 266/2005. In tali casi, il provvedimento di revoca opera retroattivamente, annullando gli effetti del precedente affidamento, e il soggetto affidatario non può vantare alcun interesse giuridicamente tutelato alla prosecuzione del rapporto, neppure in ragione dell'esigenza di continuità del servizio, atteso che tale esigenza deve essere bilanciata con le prevalenti ragioni di interesse pubblico sottese all'esercizio del potere di autotutela.