Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 27673 del 14 luglio 2011

ECLI:IT:CASS:2011:27673PEN

Massima

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Il giudice di merito gode di ampia discrezionalità nella valutazione delle prove e delle esigenze cautelari, purché la motivazione sia logica e coerente, senza incorrere in errori logico-giuridici. Il ricorso per cassazione è ammissibile solo in caso di violazione di specifiche norme di legge o di manifesta illogicità della motivazione, non quando si risolva in una mera diversa valutazione delle circostanze già esaminate dal giudice di merito. La scelta e la valutazione delle fonti di prova, nonché la ritenuta adeguatezza della misura cautelare applicata, rientrano nei compiti istituzionali del giudice di merito e sfuggono al controllo di legittimità, se correttamente motivate. Il giudice di legittimità non può sostituire il proprio criterio interpretativo a quello del giudice di merito, se quest'ultimo risulta immune da vizi logico-giuridici. La motivazione del provvedimento cautelare deve essere diffusamente prospettata in modo logico, senza irragionevolezze, con completa e coerente giustificazione della persistenza dei presupposti che impongono la misura e ne fondano la peculiare adeguatezza. La richiesta di attenuazione della misura cautelare è inammissibile se ignora la puntuale giustificazione offerta nel provvedimento in ordine alla non praticabilità di una misura diversa da quella carceraria.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. DE ROBERTO Giovanni - Presidente

Dott. AGRO' Antonio S. - Consigliere

Dott. LANZA Luigi - rel. Consigliere

Dott. ROTUNDO Vincenzo - Consigliere

Dott. CITTERIO Carlo - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMESSO), nato in (OMESSO);

avverso l'ordinanza 21 marzo 2011 del Tribunale del riesame di Roma che ha confermato l'ordinanza 24 febbraio 2011 del G.I.P. del Tribunale di Cassino in relazione all'accusa Decreto del Presidente della Repubblica n. 309 del 1990, ex articolo 73;

Visti gli atti, il provvedimento impugnato ed il ricorso;

Udita la relazione fatta dal Consigliere Dott. ((omissis));

Sentito il …

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