Il medico specialista, nell'ambito della propria attività professionale, è tenuto a formulare una corretta diagnosi sulla base di tutti gli elementi clinici e strumentali disponibili, senza omettere di acquisire e valutare gli esiti degli accertamenti diagnostici prescritti, anche se rientranti nella competenza di altri specialisti. L'errore diagnostico, dovuto a negligenza o imperizia del sanitario nel non aver eseguito o disposto i necessari controlli e approfondimenti, configura colpa professionale, qualora tale omissione abbia causato il decesso del paziente. Il principio di affidamento non opera quando il medico versi egli stesso in colpa per aver violato norme precauzionali o per aver omesso determinate condotte, confidando che altri professionisti eliminino la violazione o pongano rimedio all'omissione. Ogni sanitario, infatti, non può esimersi dal conoscere e valutare l'attività svolta da altri colleghi, in quanto tutte le attività convergono verso il fine comune della cura del paziente.