Il Consiglio di Stato, in materia di espropriazione per pubblica utilità, afferma che: 1. La giurisdizione del giudice amministrativo si estende anche alle questioni pregiudiziali o incidentali relative a diritti, salvo le eccezioni previste dalla legge. Pertanto, l'eccezione di usucapione sollevata dall'amministrazione rientra nella giurisdizione esclusiva del giudice amministrativo, in quanto riconducibile all'esercizio di un pubblico potere in materia espropriativa. 2. L'usucapione non può essere invocata dall'amministrazione per acquisire la proprietà di un bene occupato illegittimamente, in quanto il possesso inizialmente ottenuto con atto autoritativo è ad usucapionem . Inoltre, l'ablazione del diritto di proprietà al di fuori di una legittima procedura espropriativa o di un procedimento sanante contrasta con i principi costituzionali e convenzionali a tutela della proprietà privata. 3. Ove l'amministrazione non abbia acquisito legittimamente il bene, essa è tenuta a porre fine all'occupazione sine titulo, attraverso la restituzione del fondo, previa rimessione in pristino a proprie spese, ovvero la conclusione di un accordo transattivo per l'acquisizione del bene nelle forme del diritto privato. In caso di inerzia dell'amministrazione, il proprietario può agire in giudizio di ottemperanza per ottenere la sostituzione dell'amministrazione nell'adempimento di tale obbligo. 4. Il proprietario ha diritto al risarcimento del danno per l'intero periodo di occupazione illegittima, da quantificarsi sulla base del potenziale valore locativo del bene, senza possibilità per l'amministrazione di invocare la riduzione del risarcimento per fatto colposo del danneggiato, in assenza di specifica eccezione.