La competenza per il rilascio di provvedimenti di diniego di concessione edilizia in sanatoria ai sensi dell'art. 13 della legge n. 47 del 1985 spetta al dirigente comunale preposto all'ufficio tecnico, in applicazione del principio di separazione tra funzioni di indirizzo politico e funzioni gestionali introdotto dalla riforma della pubblica amministrazione. Il provvedimento di diniego può essere legittimamente motivato per relationem, mediante il richiamo a una relazione istruttoria che contenga i necessari riferimenti normativi e tecnici, senza che sia necessaria l'allegazione di tale atto, purché esso sia accessibile al destinatario del provvedimento. Ai fini del rilascio della concessione in sanatoria, l'opera realizzata deve risultare conforme agli strumenti urbanistici vigenti al momento della presentazione della domanda, non essendo sufficienti la mera assenza di vincoli volumetrici o di distanza dai confini previsti dalla normativa edilizia, atteso che tali parametri attengono alla conformità dell'opera alle prescrizioni urbanistiche. Pertanto, il diniego può essere legittimamente fondato sulla mancata conformità dell'opera realizzata alle previsioni del piano regolatore generale, anche in assenza di specifici vincoli edilizi, qualora la volumetria realizzata risulti superiore a quella consentita e non siano rispettate le distanze dai confini e dagli edifici circostanti.