Cassazione penale Sez. V sentenza n. 41075 del 26 ottobre 2009

ECLI:IT:CASS:2009:41075PEN

Massima

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Il reato di false dichiarazioni sulla identità o su qualità personali proprie o di altri (art. 495 c.p.) richiede che la falsa dichiarazione sia resa in un atto pubblico. Pertanto, la mera indicazione di generalità diverse da quelle effettive su un foglietto di carta, senza che tale scritto sia destinato a confluire in un atto pubblico, non integra gli estremi del reato. Inoltre, l'assenza di dolo, desumibile da errori e incertezze nella compilazione del modulo, esclude la sussistenza dell'elemento psicologico del reato. In tali ipotesi, la condotta non è punibile ai sensi dell'art. 495 c.p.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. CALABRESE Renato Luigi - Presidente

Dott. FERRUA Giuliana - Consigliere

Dott. ROTELLA Mario - Consigliere

Dott. OLDI Paolo - Consigliere

Dott. SCALERA Vito - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA/ORDINANZA

sul ricorso proposto da:

1) OS. VI. , N. IL (OMESSO);

avverso SENTENZA del 29/10/2008 CORTE APPELLO di GENOVA;

visti gli atti, la sentenza ed il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA la relazione fatta dal Consigliere Dr. SCALERA VITO;

Udito il Procuratore Generale in persona del Sostituto Dott. Angelo Di Popolo, che chiede l'annullamento senza rinvio della sentenza impugnata perche' il fatto non costituisce reato.

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