Cassazione penale Sez. III sentenza n. 10721 del 13 marzo 2015

ECLI:IT:CASS:2015:10721PEN

Massima

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Il trattamento illecito di dati personali, ai sensi dell'art. 167, comma 1, del D.Lgs. n. 196/2003, richiede non solo la prova dell'utilizzo non autorizzato di tali dati, ma anche l'accertamento di un effettivo nocumento in capo alla persona offesa, inteso come danno patrimoniale o non patrimoniale apprezzabile, che non può essere desunto dalla mera richiesta di pagamento o da asseriti esborsi non adeguatamente dimostrati. L'elemento soggettivo del reato, inoltre, deve essere valutato con riferimento al dolo specifico richiesto dalla norma, non essendo sufficiente il dolo eventuale. Pertanto, la responsabilità penale dell'imputato per il trattamento illecito di dati personali non può essere affermata in assenza di una motivazione adeguata in ordine alla sussistenza del nocumento e del dolo specifico richiesti dalla fattispecie.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE TERZA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. FIALE Aldo - Presidente

Dott. GRILLO Renato - Consigliere

Dott. AMORESANO Silvio - Consigliere

Dott. ANDREAZZA Gastone - rel. Consigliere

Dott. ACETO Aldo - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS), n. a (OMISSIS);

avverso la sentenza della Corte d'Appello di Lecce in data 16/10/2013;

udita la relazione svolta dal consigliere ((omissis));

udite le conclusioni del Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore generale dott. MAZZOTTA Gabriele che ha concluso per il rigetto del ricorso;

udite le conclusioni del difensore dell'imputato, Avv. (OMISSIS), che ha chiesto l'accoglimento.

RITENUTO IN FATTO

1. (OMISSIS) ha propost…

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