Cassazione penale Sez. V sentenza n. 30899 del 19 luglio 2016

ECLI:IT:CASS:2016:30899PEN

Massima

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Il reato di diffamazione è configurabile solo quando l'autore della frase lesiva dell'altrui reputazione comunica con almeno due persone ovvero con una sola persona ma con modalità tali che detta notizia venga sicuramente a conoscenza di altri, agendo rappresentandosi e volendo tale evento. Pertanto, qualora le frasi offensive siano state proferite alla presenza di una sola persona, non può affermarsi la sussistenza del reato di diffamazione. Inoltre, il principio di correlazione tra sentenza e accusa contestata è violato quando il fatto ritenuto in sentenza si trovi rispetto a quello contestato in rapporto di eterogeneità o di incompatibilità sostanziale, nel senso che si sia realizzata una vera e propria trasformazione, sostituzione o variazione dei contenuti essenziali dell'addebito nei confronti dell'imputato, senza che lo stesso abbia avuto possibilità di effettiva difesa.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. SABEONE Gerardo - Presidente

Dott. MICCOLI Grazia - rel. Consigliere

Dott. SETTEMBRE Antonio - Consigliere

Dott. MICHELI Paolo - Consigliere

Dott. CAPUTO Angelo - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);
avverso la sentenza n. 8/2014 TRIBUNALE di PALMI, del 23 aprile 2015;
visti gli atti, la sentenza e il ricorso;
udita in PUBBLICA UDIENZA del 1 aprile 2016 la relazione fatta dal Consigliere Dott. MICCOLI GRAZIA;
Il Procuratore Generale della Corte di Cassazione, Dott. BIRRITTERI Luigi, ha concluso chiedendo l'annullamento senza rinvio limitatamente al reato di ingiurie. Inammissibile nel resto.
RITENUTO IN FATTO

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