Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 19858 del 19 maggio 2021

ECLI:IT:CASS:2021:19858PEN

Massima

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Il pubblico ufficiale che, nell'esercizio delle proprie funzioni, richieda o accetti indebitamente denaro o altra utilità per compiere atti contrari ai doveri d'ufficio, integra il reato di corruzione, anche qualora tali atti siano stati compiuti in violazione di specifiche regole procedurali. Ai fini della configurabilità del reato, non è necessario che le intercettazioni telefoniche dimostrino direttamente l'accordo corruttivo, essendo sufficiente che esse costituiscano un riscontro alle dichiarazioni del chiamato in correità, il quale abbia riferito circostanze relative all'indebita dazione di denaro. Inoltre, la circostanza che il soggetto chiamato in correità sia stato inizialmente sentito come persona offesa non esclude la possibilità di utilizzare le sue dichiarazioni, purché successivamente siano emersi a suo carico ulteriori elementi indiziari che ne abbiano evidenziato il diverso ruolo di corruttore.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. PETRUZZELLIS Anna - Presidente

Dott. COSTANZO Angelo - Consigliere

Dott. CRISCUOLO Anna - Consigliere

Dott. DI STEFANO P. - rel. Consigliere

Dott. DE AMICIS Gaetano - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso l'ordinanza del 26/10/2020 del Trib. Liberta' di Palermo;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dr. ((omissis));
lette le conclusioni del PG Dr. ((omissis)) che ha chiesto il rigetto del ricorso.
RITENUTO IN FATTO
Il Tribunale del riesame di Palermo confermava la sussistenza di gravi indizi a carico di (OMISSIS), direttore dei cimiteri comunali di Palermo, per aver chiesto e ottenuto Euro800 da parte di (OMISSIS) per svolgere le attivita'…

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