Il Consiglio di Stato, in sede giurisdizionale, ha affermato che: 1. Gli interventi abusivi realizzati in area agricola, gravata da vincolo paesaggistico e idrogeologico, consistenti nella sopraelevazione del piano di campagna, nella realizzazione di una piscina ornamentale, di gazebo attrezzati a bar e servizi, nonché di un'area parcheggio, sono assoggettati al regime del permesso di costruire e all'autorizzazione paesaggistica, in quanto incidono pesantemente sull'intero comprensorio avente valenza ambientale. La valutazione di tali abusi edilizi e illeciti richiede una visione d'insieme, e non parcellizzata delle opere eseguite, in quanto il pregiudizio arrecato al regolare assetto del territorio deriva dall'insieme dei lavori nel loro contestuale impatto edilizio e nelle reciproche interazioni. 2. L'ordinanza di demolizione emessa dal Comune per la rimozione di tali opere abusive realizzate senza titolo in zona agricola e in area sottoposta a vincoli ambientali, è qualificabile come "atto dovuto", in quanto le opere sono state realizzate in violazione della normativa urbanistica ed edilizia. 3. La sanzione pecuniaria prevista dall'art. 31, comma 4-bis, del D.P.R. n. 380/2001, per l'inottemperanza all'ordine di demolizione, è dovuta indipendentemente dalla presentazione dell'istanza di accertamento di conformità, in quanto la norma non prevede alcuna sospensione dell'efficacia della sanzione per effetto di tale istanza.