Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 33420 del 18 agosto 2009

ECLI:IT:CASS:2009:33420PEN

Massima

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Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza è il seguente: La responsabilità penale per il reato di partecipazione ad associazione di tipo mafioso può essere accertata sulla base di convergenti dichiarazioni accusatorie rese dai collaboratori di giustizia, anche in assenza di contatti diretti tra l'imputato e ciascun membro dell'organizzazione criminale, purché tali dichiarazioni siano intrinsecamente attendibili, reciprocamente avvalorantisi e sorrette da specifici riscontri esterni. Eventuali smagliature o discrasie nelle chiamate in correità non inficiano necessariamente l'affidabilità complessiva delle stesse, quando risulti dimostrata la loro convergenza sui nuclei fondamentali relativi all'inserimento dell'imputato nell'associazione mafiosa e al suo ruolo all'interno della consorteria. La motivazione "per relationem" adottata dal giudice di appello, che si richiami alla sentenza di primo grado, è legittima quando il richiamo sia idoneo a integrare la giustificazione della decisione e l'atto richiamato sia conosciuto o conoscibile dall'interessato. Il giudice di appello non è tenuto a esaminare analiticamente tutti i motivi di gravame, essendo sufficiente che motivi adeguatamente il rigetto di quelli ritenuti infondati. Il bilanciamento tra le circostanze attenuanti e aggravanti, ai fini della determinazione della pena, rientra nel potere discrezionale del giudice di merito, la cui valutazione è incensurabile in sede di legittimità salvo vizi di manifesta illogicità o irragionevolezza.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. SERPICO Francesco - Presidente

Dott. LANZA Luigi - Consigliere

Dott. ROTUNDO Vincenzo - Consigliere

Dott. PAOLONI Giacomo - Consigliere

Dott. CARCANO Domenico - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

AL. Do. , nato a (OMESSO);

avverso la sentenza emessa il 28/03/2006 dalla Corte di Appello di Reggio Calabria;

letti gli atti, il ricorso e la sentenza impugnata;

udita in pubblica udienza la relazione del Consigliere Dott. Giacomo Paoloni;

udito il Pubblico Ministero in persona del sostituto Procuratore Generale Dott. Baglione Tindari, che ha concluso per il rigetto del ricorso;

udito il difensore di Al. Do. , avv. Sa…

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