Cassazione penale Sez. II sentenza n. 45898 del 26 novembre 2012

ECLI:IT:CASS:2012:45898PEN

Massima

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Il giudice, nel valutare la modifica dell'imputazione operata dal pubblico ministero ai sensi dell'art. 516 c.p.p. nel corso del dibattimento, deve verificare che tale modifica non abbia in alcun modo menomato la possibilità di difesa dell'imputato, in quanto le norme che regolano le nuove contestazioni mirano a garantire il pieno esercizio del diritto di difesa. Pertanto, la modifica dell'imputazione è legittima quando, pur comportando una diversa qualificazione giuridica del fatto, non pregiudica la possibilità per l'imputato di accedere ai riti alternativi e di esercitare pienamente il proprio diritto di difesa. Inoltre, l'imputato non può addurre a proprio vantaggio l'eventuale erroneità o incompletezza dell'imputazione originaria, qualora tale circostanza fosse già desumibile dagli atti di indagine al momento dell'esercizio dell'azione penale, in quanto rientra nella sua libera determinazione la scelta del rito da seguire, con la conseguente assunzione del rischio di una modifica dell'imputazione nel corso del dibattimento.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. CAMMINO Matilde - Presidente

Dott. TADDEI Margherita - Consigliere

Dott. DE CRESCIENZO Ugo - Consigliere

Dott. DAVIGO Piercamillo - Consigliere

Dott. VERGA Giovan - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) (OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

avverso la sentenza n. 6936/2008 CORTE APPELLO di MILANO, del 27/03/2012;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 27/09/2012 la relazione fatta dal Consigliere Dott. GIOVANNA VERGA;

Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. ((omissis)) che ha concluso per l'annullamento senza rinvio per prescrizione del reato;

Udito il d…

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