Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza è il seguente: L'autorizzazione per l'apertura di nuovi impianti di distribuzione di carburanti non può essere subordinata a vincoli o restrizioni di natura commerciale, come contingentamenti numerici, distanze minime tra impianti o superfici minime, a meno che non sia dimostrata in modo adeguato e motivato l'esistenza di un reale rischio per la salute pubblica, non altrimenti eliminabile o riducibile attraverso opportuni accorgimenti tecnici. Eventuali disposizioni restrittive, anche se fondate sulla tutela della salute collettiva, devono pertanto fondarsi su un'istruttoria approfondita e una motivazione circostanziata, che identifichi con certezza o elevata probabilità i rischi specifici connessi all'insediamento richiesto, non essendo sufficiente un riferimento generico ed apodittico agli "effetti della presenza dei distributori di carburante all'interno del tessuto urbano" o ai livelli di alcuni composti chimici nell'aria. In assenza di tale dimostrazione, gli atti amministrativi che negano l'autorizzazione per tali ragioni devono essere annullati, fatti salvi i successivi provvedimenti dell'amministrazione.