Il diniego di condono edilizio è legittimo quando le opere abusive non risultano ultimate entro il termine perentorio del 31 marzo 2003, previsto dall'art. 32, comma 25, della legge n. 326/2003, indipendentemente dalla sussistenza di altri motivi ostativi, come il contrasto con la disciplina urbanistica e paesaggistica vigente. In tal caso, l'ordine di demolizione in danno, emesso ai sensi dell'art. 27 del D.P.R. n. 380/2001, è legittimo anche se le opere abusive non si trovano allo stato iniziale, essendo sufficiente che insistano su un'area assoggettata a vincolo di inedificabilità. La mancata comunicazione dell'avvio del procedimento demolitorio non determina l'annullabilità del provvedimento quando il suo contenuto dispositivo non avrebbe potuto essere diverso, in applicazione dell'art. 21-octies della legge n. 241/1990. L'ordine di demolizione disposto dal giudice penale ai sensi dell'art. 31, comma 9, del D.P.R. n. 380/2001, in sede di condanna per il reato edilizio, è legittimo anche in assenza di precedenti provvedimenti amministrativi di demolizione, in quanto tale ordine costituisce una sanzione accessoria alla condanna penale, la cui esecuzione può essere affidata al Comune.