Il silenzio rifiuto della pubblica amministrazione sulla domanda di rilascio di concessione edilizia presentata dal privato non può essere impugnato oltre il termine perentorio di decadenza, anche qualora il privato presenti successivamente una nuova istanza ai sensi dell'art. 21 del D.P.R. n. 380/2001, in quanto tale disposizione presuppone l'attivazione della procedura per il rilascio del permesso di costruire di cui all'art. 20 dello stesso decreto, che non può essere aggirata attraverso la riproposizione della medesima vicenda procedimentale già conclusasi con il silenzio rifiuto divenuto inoppugnabile per decorrenza dei termini. Il privato, infatti, aveva l'onere di impugnare tempestivamente il silenzio rifiuto formatosi sulla domanda di concessione edilizia del 1997 oppure di attivare l'intervento sostitutivo regionale previsto dalla normativa previgente, senza poter pretendere di essere rimesso in termini per l'impugnazione della medesima situazione procedimentale attraverso una nuova istanza, in quanto ciò comporterebbe l'elusione della perentorietà del termine di impugnazione del silenzio inadempimento già formatosi.