La proroga automatica delle concessioni demaniali marittime per attività turistico-ricreative, in assenza di una procedura di selezione imparziale e trasparente tra i potenziali candidati, è in contrasto con l'art. 12 della direttiva 2006/123/CE (c.d. direttiva Bolkestein) e con i principi di libera concorrenza e parità di trattamento sanciti dal diritto dell'Unione europea. Pertanto, le norme nazionali che prevedono tale proroga automatica, come l'art. 1, commi 682 e 683, della legge n. 145/2018, devono essere disapplicate dalle pubbliche amministrazioni, le quali sono tenute ad affidare le concessioni demaniali marittime all'esito di procedure di selezione imparziali e trasparenti, nel rispetto della normativa europea. Ciò vale anche per le proroghe disposte successivamente dal legislatore nazionale, come quelle previste dall'art. 3 della legge n. 118/2022 e dal decreto-legge n. 198/2022, convertito dalla legge n. 14/2023, in quanto tali norme rievocano disposizioni già dichiarate incompatibili con il diritto dell'Unione europea. Le amministrazioni comunali, pertanto, non possono procedere a proroghe automatiche delle concessioni demaniali marittime, ma devono indire nuove procedure di selezione nel rispetto dei principi europei di libera concorrenza e parità di trattamento.