Cassazione penale Sez. II sentenza n. 30461 del 22 luglio 2009

ECLI:IT:CASS:2009:30461PEN

Massima

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Il giudice della cognizione può applicare l'istituto della continuazione anche quando il reato per il quale si procede è più grave di quello già giudicato con sentenza irrevocabile di condanna, purché venga accertata l'identità del disegno criminoso. In tal caso, il giudice determinerà la pena-base per il reato più grave sottoposto al suo esame e vi applicherà l'aumento che ritiene equo per la ritenuta continuazione con il reato già giudicato e meno grave. Tale possibilità di applicazione della continuazione in sede di cognizione ha carattere sussidiario e suppletivo rispetto alla sede esecutiva, in quanto il giudizio di cognizione presenta un accertamento più completo e non è soggetto ai limiti imposti dall'art. 671 c.p.p. e dagli artt. 187 e 188 disp. att. c.p.p.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. PAGANO Filiberto - Presidente

Dott. NUZZO Laurenza - Consigliere

Dott. TADDEI Margherita B. - Consigliere

Dott. RENZO Michele - Consigliere

Dott. CERVADORO Mirella - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

Avv. Mongio' Diego, difensore di Mi. Fr. , nato a (OMESSO);

avverso la sentenza della Corte d'appello di Firenze, sezione 2 penale, in data 10.4.2006;

Sentita la relazione della causa fatta, in pubblica udienza, dal Consigliere Dr. ((omissis));

Udita la requisitoria del Sostituto Procuratore Generale, il quale ha concluso chiedendo il rigetto del ricorso.

OSSERVA

Con sentenza del 30.1.2004, il Tribunale …

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