Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza è il seguente: Anche in caso di estinzione di una società di capitali per cancellazione dal registro delle imprese, la legittimazione al contraddittorio nel procedimento per la dichiarazione di fallimento spetta al liquidatore sociale, poiché, pur implicando tale cancellazione l'estinzione della società ai sensi dell'art. 2495 c.c., entro il termine di un anno da tale evento è ancora possibile, ai sensi dell'art. 10 l. fall., che la società sia dichiarata fallita, se l'insolvenza si è manifestata anteriormente alla cancellazione o nell'anno successivo, con procedimento che deve svolgersi in contraddittorio con il liquidatore. Inoltre, ai fini della competenza territoriale per la dichiarazione di fallimento, il tribunale competente è quello del luogo in cui la società svolge effettivamente la sua attività direttiva ed amministrativa, che si presume coincidente con la sede legale, ma che può essere provata diversa. Infine, per la valutazione dello stato di insolvenza di una società in liquidazione, il giudice fallimentare deve accertare unicamente se gli elementi attivi del patrimonio sociale consentano di assicurare l'eguale ed integrale soddisfacimento dei creditori sociali, non essendo più richiesto che essa disponga di credito e di risorse, e quindi di liquidità, necessari per soddisfare le obbligazioni contratte, come invece per la società in piena attività. La data rilevante ai fini del computo del termine annuale entro il quale può essere dichiarato il fallimento è quella della effettiva cancellazione dal registro delle imprese, restando irrilevante il diverso momento in cui la relativa domanda sia stata presentata presso il registro delle imprese.