Il Tribunale Amministrativo Regionale, nell'esaminare il ricorso proposto da una casa di cura contro il decreto del Commissario ad Acta per l'attuazione del Piano di Rientro dai disavanzi del Settore Sanitario della Regione Campania, che ha adottato ulteriori documenti tecnici e mappe chirurgiche regionali provvisorie della Rete Oncologica della Campania, ha dichiarato l'improcedibilità del giudizio per sopravvenuto difetto di interesse, in quanto la ricorrente ha dichiarato di non avere più interesse alla definizione del procedimento. Il principio di diritto affermato è che il venir meno dell'interesse della parte ricorrente a seguito di una sua espressa dichiarazione in tal senso comporta l'improcedibilità del giudizio amministrativo, in applicazione dell'art. 35, comma 1, lett. c), del Codice del Processo Amministrativo. Ciò in quanto il processo amministrativo, essendo volto alla tutela di situazioni giuridiche soggettive, presuppone la permanenza dell'interesse del ricorrente per tutta la durata del giudizio, sicché il suo venir meno determina l'improcedibilità della relativa azione. La declaratoria di improcedibilità per sopravvenuto difetto di interesse è dunque una pronuncia dovuta, che il giudice amministrativo è tenuto ad adottare in presenza della relativa fattispecie, senza possibilità di valutazioni discrezionali. Inoltre, l'assenza di un interesse attuale e concreto del ricorrente comporta l'integrale compensazione delle spese di giudizio tra le parti, in applicazione del principio della soccombenza virtuale.