Cassazione penale Sez. II sentenza n. 23201 del 27 maggio 2019

ECLI:IT:CASS:2019:23201PEN

Massima

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Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza è il seguente: Ai fini dell'applicabilità della misura di prevenzione patrimoniale della confisca di beni, è sufficiente che sussistano indizi idonei a desumere in modo fondato che i beni dei quali si chiede la confisca costituiscano il reimpiego di proventi di attività illecite, senza che sia necessario dimostrare la sproporzione tra il valore dei beni e la capacità reddituale del proposto. Infatti, una volta raggiunta la prova della disponibilità del bene in capo al soggetto indiziato di appartenere ad associazioni di tipo mafioso, divengono irrilevanti i profili della sproporzione reddituale, che dovrebbero concernere la persona del proposto e non più il fittizio intestatario. Ciò in quanto il principio applicabile è che, ai fini della confisca, è sufficiente che risulti provata la diversa ipotesi dell'immissione di capitali illeciti nel patrimonio, a prescindere dalla dimostrazione della sproporzione tra il valore dei beni e la capacità economica del proposto. Pertanto, la prova della riferibilità dei beni al soggetto indiziato di appartenenza ad associazione mafiosa, anche sulla base di elementi indiziari come le intercettazioni che attestino il suo interesse e il suo ruolo nella gestione occulta del patrimonio, è sufficiente a giustificare la confisca, senza che sia necessario valutare la capacità patrimoniale dei precedenti intestatari formali dei beni.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. CERVADORO Mirella - Presidente

Dott. DI PAOLA Sergio - rel. Consigliere

Dott. PAZIENZA Vittorio - Consigliere

Dott. PACILLI Giuseppina A. - Consigliere

Dott. ARIOLLI Giovanni - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS);
(OMISSIS);
avverso il decreto del 7/02/2018 della CORTE APPELLO di PALERMO;
sentita la relazione svolta dal Consigliere Dott. DI PAOLA Sergio;
lette le conclusioni del Sostituto Procuratore Generale Dott. EPIDENDIO Tomaso, che ha concluso per la declaratoria di inammissibilita' del ricorso.
RITENUTO IN FATTO
1.1. La Corte d'appello di Palermo con il provvedimento impugnato in questa sede riformava parzialmente il decreto del Tribunale di Palermo del 14.6.201…

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