Cassazione penale Sez. V sentenza n. 24111 del 18 giugno 2012

ECLI:IT:CASS:2012:24111PEN

Massima

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Le dichiarazioni della persona offesa, anche se costituita parte civile, possono essere assunte come fonte di prova, purché siano valutate con opportuna cautela e sottoposte ad un'indagine accurata circa i profili di attendibilità oggettivi e soggettivi. Tali dichiarazioni, se trovano riscontro in ulteriori fonti di prova, rendono incensurabile la motivazione sulla ascrivibilità del fatto all'imputato, anche in assenza di smentite da parte di quest'ultimo. Inoltre, il contenuto chiaramente intimidatorio dell'espressione assunta nei confronti della persona offesa integra gli estremi del reato di minaccia di cui all'art. 612 c.p., senza che sia necessario addurre ulteriori dati di fatto a sostegno della sussistenza del reato, essendo sufficiente la valutazione delle risultanze processuali. La manifesta infondatezza dei motivi di ricorso preclude la declaratoria di estinzione del reato per prescrizione.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. FERRUA Giuliana - Presidente

Dott. BEVERE Antonio - Consigliere

Dott. OLDI Paolo - Consigliere

Dott. DE BERARDINIS Silva - rel. Consigliere

Dott. ZAZA Carlo - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) (OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

avverso la sentenza n. 9/2010 TRIB. SEZ. DIST. di CIVITANOVA MARCHE, del 10/12/2010;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 23/02/2012 la relazione fatta dal Consigliere Dott. SILVANA DE BERARDINIS;

udito il P.G. in persona del Dott. DELEHAYE Enrico che ha concluso per l'inammissibilita' del ricorso.

RITENUTO IN FATTO

Con sent…

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