Cassazione penale Sez. I sentenza n. 2689 del 26 gennaio 2011

ECLI:IT:CASS:2011:2689PEN

Massima

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La partecipazione ad un'associazione di stampo mafioso, anche in assenza di condotte autonome ascrivibili all'indagato, può essere desunta da elementi indiziari quali le dichiarazioni di collaboratori di giustizia, le intercettazioni telefoniche ed ambientali e il coinvolgimento in episodi estorsivi riconducibili al sodalizio criminoso, tali da giustificare il perdurare della misura cautelare della custodia in carcere, in assenza di una chiara ed inequivocabile prova della rescissione di ogni legame con il gruppo di appartenenza. La presunzione di adeguatezza della custodia cautelare per il reato associativo di cui all'art. 275, comma 3, c.p.p. può essere superata solo in presenza di elementi che dimostrino in modo certo l'intervenuto mutamento di stile di vita e la cessazione della pericolosità sociale attuale dell'indagato.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. FAZZIOLI Edoardo - Presidente

Dott. DI TOMASSI Maria Stefani - Consigliere

Dott. CAVALLO Aldo - rel. Consigliere

Dott. MAZZEI Antonella P. - Consigliere

Dott. CAPRIOGLIO Pier Maria S. - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) BU. SA. N. IL (OMESSO);

avverso l'ordinanza n. 750/2010 TRIB. LIBERTA' di BARI, del 08/07/2010;

sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. ALDO CAVALLO;

sentite le conclusioni del PG Dott. MURA Antonio, il quale ha chiesto di dichiarare inammissibile il ricorso.

RITENUTO IN FATTO

1. - Con ordinanza deliberata l'8 luglio 2010, il Tribunale di Bari, in funzione di giudice del…

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