Cassazione penale Sez. II sentenza n. 19829 del 9 maggio 2019

ECLI:IT:CASS:2019:19829PEN

Massima

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L'utilizzo indebito di dati di una carta di credito altrui, anche senza la materiale disponibilità della carta, integra il reato di frode informatica di cui all'art. 640-ter c.p. quando risulti provata, sulla base di un complessivo e logico quadro probatorio, la riconducibilità delle condotte illecite all'imputato, il quale abbia lasciato dietro di sé una serie di inequivocabili tracce, quali l'utilizzo del proprio indirizzo e-mail e recapiti telefonici per gli ordini, la consegna dei beni acquistati presso la sua abitazione e la formale intestazione di documenti commerciali a suo nome. In tali casi, la mera possibilità di un intervento di terzi o di una clonazione della carta non è sufficiente a escludere la responsabilità penale dell'imputato, ove il complessivo quadro probatorio risulti coerente e logicamente fondato nell'attribuire a lui la commissione del reato, senza che possa rilevare una diversa e più favorevole valutazione delle risultanze processuali, riservata in via esclusiva al giudice di merito.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. PRESTIPINO Antonio - Presidente

Dott. MANTOVANO Alfredo - Consigliere

Dott. COSCIONI Giuseppe - Consigliere

Dott. TUTINELLI Vincen - Rel. Consigliere

Dott. MONACO Marco - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
Sul ricorso proposto nell'interesse di:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso la sentenza 17 novembre 2017 della Corte di appello di Milano;
visti gli atti, il provvedimento impugnato ed il ricorso;
udita la relazione della causa fatta dal consigliere Dott. ((omissis));
sentite le conclusioni del Pubblico Ministero, nella persona del Sostituto Procuratore Generale Dott.ssa ((omissis)), che ha chiesto dichiararsi inammissibile il ricorso
RITENUTO IN FATTO
1. Con il p…

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