Cassazione penale Sez. I sentenza n. 2719 del 26 gennaio 2011

ECLI:IT:CASS:2011:2719PEN

Massima

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La liberazione condizionale può essere concessa al condannato che abbia tenuto un comportamento tale da far ritenere sicuro il suo ravvedimento, abbia espiato almeno trenta mesi e comunque almeno metà della pena inflitta, e la pena residua da scontare non superi i cinque anni. Il giudice di sorveglianza, nel valutare la domanda di liberazione condizionale, deve accertare la sussistenza di tutti i requisiti previsti dalla legge, senza poter dichiarare inammissibile la richiesta per il solo fatto che la pena residua sia inferiore a cinque anni, in quanto tale circostanza costituisce uno dei presupposti positivi per la concessione del beneficio. Il giudice è pertanto tenuto a esaminare compiutamente la sussistenza di tutti i requisiti di legge, senza poter limitare il proprio scrutinio ad un singolo elemento.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. GIORDANO ((omissis)) del 16/12/2 -

Dott. IANNELLI ((omissis)) SENTE -

Dott. TARDIO ((omissis)) N. 3 -

Dott. BONITO Francesco M.S. rel. Consigliere REGISTRO GENER -

Dott. PIRACCINI ((omissis)) N. 18323/2 -

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) TR. AL. , N. IL (OMESSO);

avverso il decreto n. 3871/2009 PRES. TRIB. SORVEGLIANZA di BOLOGNA, del 17/03/2010;

sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. FRANCESCO MARIA SILVIO BONITO;

lette le conclusioni del PG Dott. ((omissis)), il quale ha chiesto l'annullamento senza rinvio del provvedimento impugnato.

La Corte:

OSSERVA

1. Con decreto del 17 marzo 2010 il Presidente del…

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