Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza è il seguente: La circonvenzione di incapaci si configura quando soggetti approfittano dello stato di deficienza psichica di persone vulnerabili, inducendole con artifici e raggiri a compiere atti dispositivi del loro patrimonio a vantaggio dei primi, anche senza che vi sia stata una vera e propria sottrazione di denaro o beni. È sufficiente che l'agente abbia consapevolmente sfruttato la condizione di debolezza mentale della vittima per ottenere vantaggi patrimoniali, come l'indebito insediamento nell'abitazione della stessa o il possesso ingiustificato di suoi documenti e strumenti di pagamento. L'accertamento dello stato di incapacità della persona offesa e della consapevolezza di tale condizione da parte dell'agente costituiscono elementi essenziali del reato, la cui prova può essere desunta anche da elementi di natura medico-legale e comportamentale. La condotta criminosa può essere realizzata in concorso da più soggetti che agiscano in maniera coordinata per il raggiungimento del medesimo scopo illecito. La motivazione della sentenza che ricostruisce in modo analitico e logicamente coerente la dinamica dei fatti e l'accertamento degli elementi costitutivi del reato, sulla base di un'adeguata valutazione delle risultanze probatorie, è immune da vizi di legittimità.