Il rilascio del permesso di costruzione in sanatoria ai sensi della Legge n. 47 del 1985, articoli 13 e 22, determina l'estinzione dei soli reati contravvenzionali previsti dalle norme urbanistiche vigenti, senza estendere tale effetto estintivo agli altri reati aventi diversa oggettività giuridica, come il reato ambientale di cui al Decreto Legislativo n. 490 del 1999, articolo 163. Pertanto, il rilascio del permesso di costruzione in sanatoria non comporta l'estinzione del reato ambientale, il quale deve essere autonomamente valutato e perseguito. La ratio di tale principio risiede nella necessità di tutelare distinti e autonomi beni giuridici, quali l'assetto urbanistico e l'ambiente, i quali richiedono una valutazione e una disciplina separate, senza che il soddisfacimento di un interesse possa determinare automaticamente l'estinzione di illeciti a tutela di altri interessi. Tale principio, affermato dalla giurisprudenza della Corte di Cassazione, mira a garantire una effettiva e completa tutela degli interessi pubblici coinvolti, evitando che la regolarizzazione di un illecito edilizio possa comportare l'impunità per altri reati, come quelli ambientali, che richiedono una autonoma valutazione e sanzione.