Il permesso di soggiorno per lavoro subordinato non può essere rinnovato o prorogato quando risulta che lo straniero ha interrotto il soggiorno in Italia per un periodo continuativo di oltre sei mesi o, per i permessi di soggiorno di durata almeno biennale, per un periodo continuativo superiore alla metà del periodo di validità del permesso di soggiorno, salvo che detta interruzione sia dipesa dalla necessità di adempiere agli obblighi militari o da altri gravi e comprovati motivi. La prolungata assenza dello straniero dal territorio nazionale per oltre 23 mesi consecutivi, non giustificata da gravi e comprovati motivi, legittima il diniego di rinnovo del permesso di soggiorno per lavoro subordinato da parte della Pubblica Amministrazione. Il mero rapporto di affinità con i familiari gravemente ammalati all'estero, in presenza di altri familiari conviventi, non costituisce un grave e comprovato motivo idoneo a giustificare una così lunga interruzione del soggiorno in Italia, ai fini del rinnovo del permesso di soggiorno per lavoro subordinato. Il provvedimento di diniego di rinnovo del permesso di soggiorno per lavoro subordinato, motivato dalla prolungata assenza dello straniero dal territorio nazionale, non è affetto da vizi di legittimità qualora risulti che la durata dell'interruzione del soggiorno in Italia superi i limiti temporali previsti dalla normativa, in assenza di gravi e comprovati motivi che la giustifichino.