Il rilascio di un bene demaniale occupato sine titulo da un privato può essere legittimamente disposto dall'amministrazione in via di autotutela esecutiva, ai sensi dell'art. 823, comma 2, cod. civ., senza necessità di previo contraddittorio con l'occupante, in quanto trattasi di un provvedimento vincolato, fondato sulla perdurante occupazione abusiva del bene e sull'interesse pubblico al rientro nel possesso dello stesso. L'amministrazione non è tenuta a svolgere una comparazione tra l'interesse pubblico al rientro in possesso del bene e l'interesse del privato alla conservazione della concessione scaduta, in quanto in tale ipotesi non si verte in un'ipotesi di autotutela decisoria, ma di autotutela esecutiva. La mancata comunicazione prevista dall'art. 32, comma 6, della legge n. 724/1994 non incide sulla sussistenza dell'interesse pubblico al rilascio, in quanto tale disposizione riguardava solo i beni demaniali o patrimoniali utilizzati da amministrazioni pubbliche ed enti pubblici, e non i beni concessi a privati. Inoltre, la mera comunicazione di un incremento del canone non implica necessariamente la volontà di rinnovare la concessione scaduta. Infine, il provvedimento di rilascio risulta adeguatamente motivato sia attraverso il riferimento alle esigenze prospettate dalla Soprintendenza, sia per relationem, mediante il rinvio alla precedente diffida notificata all'occupante.