Tribunale Amministrativo Regionale Sicilia - Palermo sentenza n. 289 del 2023

ECLI:IT:TARPA:2023:289SENT

Massima

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Il diniego di concessione in sanatoria e i successivi provvedimenti repressivi, quali l'ordine di demolizione di opere abusive, non necessitano della comunicazione di avvio del procedimento né di una motivazione in ordine all'interesse pubblico perseguito, trattandosi di atti rigidamente vincolati e non essendo prevista in capo all'Amministrazione la possibilità di effettuare valutazioni di interesse pubblico relative alla conservazione del bene. L'onere di provare la distanza dell'immobile dalla battigia del mare, ai fini della concessione in sanatoria, grava sulla parte privata, non potendo il giudice amministrativo supplire a tale carenza istruttoria solamente lamentata, ma non provata. Il ricorso avverso il diniego di sanatoria e l'ordine di demolizione, in assenza di tali prove, deve pertanto essere rigettato.

Sentenza completa

Pubblicato il 02/02/2023

N. 00289/2023 REG.PROV.COLL.

N. 03522/2016 REG.RIC.

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

Il Tribunale Amministrativo Regionale per la Sicilia

(Sezione Seconda)

ha pronunciato la presente

SENTENZA

sul ricorso numero di registro generale 3522 del 2016, proposto da -OMISSIS- e -OMISSIS-, rappresentati e difesi dall’avvocato ((omissis)), con domicilio digitale come da PEC da Registri di Giustizia e domicilio fisico presso il suo studio in Palermo, via ((omissis)) 8;

contro

Comune di Cefalù, non costituito in giudizio;

per l’annullamento

dell’ordinanza -OMISSIS- del 24 ottobre 2016 con la quale il comune di Cefalù ha respinto l’istanza di sanatoria e ordinato la demolizione di opere abusive.

Visti il ricorso e i relativi allegati;

Visti tutti gli atti della causa;

Visto l’art. 87, comma 4-bis, cod.proc.am…

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