Il ricorso giurisdizionale amministrativo può essere dichiarato improcedibile per sopravvenuta carenza di interesse della parte ricorrente, qualora questa dichiari di non avere più interesse alla decisione della controversia. In tal caso, il giudice non può che prendere atto dell'improcedibilità del ricorso, compensando le spese di lite tra le parti in ragione della peculiarità della vicenda. Il principio di diritto che emerge è che il venir meno dell'interesse della parte ricorrente determina l'improcedibilità del ricorso, con conseguente compensazione delle spese processuali, in considerazione delle circostanze del caso concreto e del comportamento delle parti. La massima giuridica si fonda sui seguenti principi e argomentazioni: 1. Il ricorso giurisdizionale amministrativo è dichiarato improcedibile quando sopravviene la carenza di interesse della parte ricorrente. Ciò si verifica quando il ricorrente dichiara espressamente di non avere più interesse alla decisione della controversia. 2. In tale ipotesi, il giudice non può che prendere atto dell'improcedibilità del ricorso, non potendo più pronunciarsi nel merito della questione. 3. La compensazione delle spese di lite tra le parti è giustificata dalla peculiarità della vicenda, ovvero dal fatto che il ricorrente abbia manifestato la perdita di interesse alla decisione del ricorso. 4. Il principio di diritto enunciato mira a valorizzare il ruolo del giudice amministrativo, il quale deve prendere atto del venir meno dell'interesse del ricorrente, senza poter entrare nel merito della controversia, compensando altresì le spese processuali in considerazione delle circostanze del caso concreto e del comportamento delle parti. 5. Tale principio è applicabile a tutti i casi analoghi in cui il ricorso giurisdizionale amministrativo diviene improcedibile per sopravvenuta carenza di interesse della parte ricorrente.