Il giudice amministrativo, nell'esercizio della propria funzione giurisdizionale, può confermare la legittimità di un provvedimento sanzionatorio adottato dall'Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato nei confronti di alcune imprese per un'intesa restrittiva della concorrenza, anche qualora ritenga estranea all'illecito accertato una delle imprese inizialmente coinvolte, senza che ciò integri un eccesso di potere giurisdizionale o una sostituzione dell'autorità giudiziaria all'autorità amministrativa. Infatti, il giudice amministrativo, nell'ambito del proprio sindacato, può interpretare e valutare gli elementi di fatto e di diritto posti a fondamento del provvedimento impugnato, senza che ciò comporti una modifica degli elementi costitutivi dell'illecito originariamente contestato dall'Autorità, purché tale attività interpretativa e valutativa rientri nei limiti della funzione giurisdizionale e non si traduca in un'indebita ingerenza nella discrezionalità riservata all'amministrazione. Pertanto, l'esclusione di una delle imprese dal novero di quelle ritenute responsabili dell'intesa restrittiva della concorrenza non comporta necessariamente l'annullamento integrale del provvedimento sanzionatorio, essendo sufficiente che il giudice amministrativo motivi adeguatamente le ragioni per le quali ritiene che l'illecito accertato dall'Autorità nei confronti delle altre imprese rimanga comunque sussistente.