Cassazione penale Sez. V sentenza n. 11587 del 14 marzo 2008

ECLI:IT:CASS:2008:11587PEN

Massima

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La volontaria spinta fisica inferta a una persona, dalla quale consegua la caduta e la lesione del soggetto passivo, integra il reato di lesione personale volontaria di cui all'art. 582 c.p., a prescindere dall'intento specifico dell'agente, essendo sufficiente la volontarietà della condotta violenta. L'intervento in una lite altrui, pur mosso dall'intento di difendere una persona a sé vicina, non integra gli estremi della legittima difesa in mancanza del requisito del pericolo attuale di un'offesa ingiusta al diritto di tale persona, potendo tuttavia costituire una ragione di applicazione delle attenuanti generiche in relazione alla modalità violenta dell'intervento. Nel giudizio di legittimità, la valutazione della credibilità dei testimoni e l'apprezzamento del complessivo quadro probatorio rientrano nella discrezionalità del giudice di merito, la cui motivazione non è sindacabile in sede di ricorso per cassazione se non per vizi logici o giuridici evidenti.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. CALABRESE ((omissis)) - Presidente

Dott. MARASCA Gennaro - Consigliere

Dott. OLDI Paolo - rel. Consigliere

Dott. DI TOMASSI Stefania - Consigliere

Dott. BONITO Francesco M. - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

PA. PA. , N. IL (OMESSO);

avverso la SENTENZA del 19/12/2006 CORTE DI APPELLO di ROMA

Visti gli atti, la sentenza denunziata e il ricorso;

Udita in pubblica udienza la relazione fatta dal Consigliere Dott. OLDI PAOLO;

Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. SELVAGGI Eugenio, che ha concluso per il rigetto del ricorso;

Udito il difensore Avv. VISOCCHI Filippo.

MOTIVI DELLA DECISIONE

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