Il potere di revoca di una procedura di gara da parte della stazione appaltante, pur essendo un atto eccezionale che incide sulla certezza dei rapporti giuridici, è legittimo quando motivato da sopravvenuti motivi di pubblico interesse, come il mutamento della situazione di fatto o una nuova valutazione dell'interesse pubblico originario. Ciò può accadere, ad esempio, quando intervengono disposizioni normative che impongono il riallineamento dei prezzi praticati dalle strutture sanitarie ai prezzi di riferimento indicati a livello nazionale, al fine di garantire il conseguimento degli obiettivi di risparmio programmati nell'ambito della spending review. In tali casi, la revoca della gara già avviata, ancorché non ancora conclusa con l'aggiudicazione, è giustificata dalla necessità di adeguare la procedura ai nuovi parametri di prezzo e qualità imposti dalla legge, senza che ciò comporti responsabilità precontrattuale dell'amministrazione, in assenza di un affidamento qualificato dei partecipanti all'aggiudicazione. Tuttavia, l'amministrazione è comunque tenuta al rispetto dei canoni di buona fede e correttezza nella conduzione della procedura, per cui può sussistere responsabilità risarcitoria per le spese sostenute dai concorrenti in relazione alla partecipazione alla gara, ove adeguatamente provate, salvo diversa previsione del disciplinare di gara.