Il Tribunale Amministrativo Regionale, nell'esaminare il ricorso avverso il diniego di concessione edilizia in sanatoria e gli altri provvedimenti connessi, ha affermato i seguenti principi di diritto: 1. Gli accertamenti e la repressione degli abusi edilizi rientrano nella specifica normativa urbanistica ed edilizia, non essendo applicabili le disposizioni della legge n. 689/1981 in materia di sanzioni amministrative. Pertanto, il verbale di accertamento dell'abuso non deve necessariamente essere redatto in presenza dell'interessato, né deve fondarsi sull'apporto di un responsabile tecnico comunale, essendo sufficiente l'accertamento della Polizia Municipale. 2. Nell'ambito della repressione degli abusi edilizi, i provvedimenti adottati dall'Amministrazione (diniego di sanatoria, ordine di demolizione) hanno carattere vincolato e non richiedono una specifica valutazione dell'interesse pubblico, né una comparazione con gli interessi privati, né una motivazione sulla sussistenza di un interesse pubblico concreto ed attuale. Inoltre, non può ammettersi l'esistenza di un affidamento tutelabile del privato alla conservazione di una situazione di fatto abusiva. 3. Qualora le opere abusive siano tra loro connesse, dando luogo ad un intervento unitario, deve procedersi all'integrale ripristino dello stato dei luoghi, mediante la demolizione e rimozione di tutte le opere accertate come abusive, ovvero può presentarsi istanza di sanatoria riferita al complessivo intervento abusivo unitariamente considerato. 4. La notifica dell'ordine di demolizione all'interessato è necessaria ai fini dell'adozione del successivo provvedimento di acquisizione dell'immobile al patrimonio comunale, in quanto l'inottemperanza all'ingiunzione a demolire non può essere accertata in assenza della previa comunicazione dell'ordine di demolizione al soggetto tenuto ad adempiere.