Cassazione penale Sez. II sentenza n. 14311 del 23 marzo 2017

ECLI:IT:CASS:2017:14311PEN

Massima

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Il giudicato penale, quale espressione del principio di certezza del diritto, non può essere rimosso mediante l'istituto della revisione se non sulla base di nuovi elementi di fatto, estranei e diversi da quelli già valutati nel precedente processo, che siano idonei a dimostrare l'innocenza dell'imputato. Una mera diversa valutazione tecnica o scientifica di dati già acquisiti e valutati nel precedente giudizio non costituisce prova nuova ai fini della revisione, in quanto si traduce in una mera rilettura di elementi già processualmente accertati, senza introdurre fatti nuovi ed estranei al precedente giudizio. L'istituto della revisione, pertanto, non può essere utilizzato come una impugnazione tardiva per dedurre in ogni tempo ciò che non è stato rilevato o dedotto nel processo definitivamente concluso, ma rappresenta un mezzo straordinario di impugnazione che consente, in casi tassativi, di rimuovere gli effetti del giudicato, dando priorità all'esigenza di giustizia sostanziale rispetto a quella di certezza dei rapporti giuridici.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. PRESTIPINO Antonio - Presidente

Dott. TADDEI M. - rel. Consigliere

Dott. IASILLO Adriano - Consigliere

Dott. AGOSTINACCHIO Luigi - Consigliere

Dott. AIELLI Lucia - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato il (OMISSIS);
avverso l'ordinanza n. 157/16 della Corte d'appello di Roma, del 25.02.2016;
visti gli atti, il provvedimento impugnato ed il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dr. M.B.Taddei;
udito il Pubblico Ministero in persona del Sostituto Procuratore generale, che ha concluso per l'inammissibilita' del ricorso.
MOTIVI DELLA DECISIONE
1. Con ordinanza in data 25.02.2016 la Corte d…

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