Cassazione penale Sez. I sentenza n. 13749 del 6 maggio 2020

ECLI:IT:CASS:2020:13749PEN

Massima

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Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza è il seguente: La continuazione tra più reati, ai sensi dell'art. 81 c.p., presuppone l'unità del disegno criminoso, che si realizza quando le diverse condotte delittuose sono espressione di un'unica deliberazione originaria e di un medesimo programma delinquenziale, caratterizzato dalla contestualità e dalla strumentalità delle azioni rispetto al fine perseguito. Pertanto, la continuazione non può essere riconosciuta quando i reati, pur essendo contigui nel tempo e commessi dagli stessi soggetti, risultano espressione di distinti e antitetici programmi criminosi, con differenze significative nelle modalità di condotta, nella genesi e nell'elemento psicologico. In tali ipotesi, la mera finalità di lucro comune non è sufficiente a integrare il requisito dell'unità del disegno criminoso, configurando piuttosto un'abitualità criminosa e scelte di vita ispirate alla sistematica e contingente consumazione di illeciti.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. CASA Filippo - Presidente

Dott. ((omissis)) - rel. Consigliere

Dott. TALERICO Palma - Consigliere

Dott. CENTOFANTI Francesco - Consigliere

Dott. APRILE Stefano - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso l'ordinanza del 18/04/2019 del TRIBUNALE di BRESCIA;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dr. TERESA LIUNI;
lette le conclusioni del Procuratore generale, Dr. ANGELILLIS CIRO, il quale ha chiesto la declaratoria di inammissibilita' del ricorso.
RITENUTO IN FATTO
1. Con ordinanza del 18/4/2019 il Tribunale di Brescia, in funzione di giudice dell'esecuzione, ha rigettato l'istanza avanzata da (OMISSIS) di continuazione ex articolo 671 c.p.…

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