Cassazione penale Sez. V ordinanza n. 1683 del 14 gennaio 2015

ECLI:IT:CASS:2015:1683PEN

Massima

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Il possesso di un bene mobile, di cui si abbia ragione di sospettare la provenienza furtiva, integra il reato di ricettazione, a prescindere dalla buona fede dell'acquirente, qualora le circostanze oggettive del caso concreto, come la modalità e il contesto dell'acquisto, siano tali da far sorgere il dovere di compiere ulteriori verifiche sulla legittimità della provenienza del bene. Il giudice, nel valutare la sussistenza del dolo del reato di ricettazione, deve tenere conto di tutti gli elementi fattuali rilevanti, senza attribuire ingiustificato credito a mere dichiarazioni dell'imputato che appaiano inverosimili o in contrasto con il contesto probatorio, come la circostanza che il bene fosse dotato di scheda telefonica idonea all'utilizzo. Inoltre, il comportamento dell'imputato successivo all'acquisto, come la reazione all'invito di esibire il bene, può costituire indice rilevante ai fini della valutazione della sua consapevolezza circa la provenienza furtiva del medesimo.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. DUBOLINO Pietro - Presidente

Dott. BEVERE Antonio - rel. Consigliere

Dott. FUMO Maurizio - Consigliere

Dott. SETTEMBRE Antonio - Consigliere

Dott. MICHELI Paolo - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

ORDINANZA

sul ricorso proposto da:

PROCURATORE GENERALE PRESSO CORTE D'APPELLO DI ROMA;

nei confronti di:

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

avverso la sentenza n. 1248/2011 TRIBUNALE di LATINA, del 29/10/2012;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 10/07/2014 la relazione fatta dal Consigliere Dott. ANTONIO BEVERE;

Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. GALASSO Aurelio che ha concluso per l'inammissibilita'.

FATTO E DIRITTO

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