Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 26749 del 13 luglio 2021

ECLI:IT:CASS:2021:26749PEN

Massima

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Il giudice della prevenzione, nel valutare l'eventuale aggravamento di una misura di prevenzione personale, è tenuto a operare una specifica correlazione tra gli elementi posti a fondamento della misura originaria e la concreta evoluzione della situazione di pericolosità sociale del soggetto, conseguente all'applicazione della stessa, al fine di verificare se la misura stia assolvendo alla sua funzione di controllo e di prevenzione o necessiti di adattamenti per accrescerne l'efficacia, a fronte di gravi esigenze di ordine e sicurezza pubblica o di ripetute violazioni degli obblighi inerenti alla misura. L'omissione di tale valutazione comparativa e l'affermazione apodittica dell'irrilevanza della misura, prospettando la maggiore utilità delle sanzioni penali, si pongono in contrasto con la ratio delle misure di prevenzione, le quali mirano a garantire il controllo di soggetti ritenuti socialmente pericolosi, anche attraverso la controspinta derivante dalla perdurante applicazione della misura.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. BRICCHETTI Renato G. - Presidente

Dott. COSTANZO Angelo - Consigliere

Dott. RICCIARELLI Massim - rel. Consigliere

Dott. CALVANESE Ersilia - Consigliere

Dott. VIGNA ((omissis)) - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
P.G. presso la Corte di appello di Bari;
Nei confronti di:
(OMISSIS), nata il (OMISSIS);
avverso il decreto del 19/11/2020 della Corte di appello di Bari;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal consigliere Dr. ((omissis));
letta la requisitoria del Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore generale Dr. ((omissis)), che ha concluso per l'annullamento con rinvio.
RITENUTO IN FATTO
1. Con decreto del 19 novemb…

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