Il decreto di sequestro probatorio emesso dal pubblico ministero con formula generica e omnicomprensiva, che lascia alla polizia giudiziaria ampia discrezionalità nella selezione dei beni e documenti da sottoporre a sequestro, è illegittimo in quanto viola i principi di tassatività e proporzionalità del sequestro previsti dagli articoli 253 e 275 c.p.p. In tali casi, l'interessato non può proporre richiesta di riesame avverso l'ordinanza che rigetta la sua istanza, ma deve chiedere la restituzione delle cose sequestrate al pubblico ministero ai sensi dell'art. 263 c.p.p., comma 4, ed esperire, in caso di rigetto, l'opposizione al G.i.p. ai sensi del successivo comma 5, non essendo il provvedimento di rigetto del riesame impugnabile con ricorso per cassazione. Il decreto di sequestro generico e onnicomprensivo, che lascia ampia discrezionalità all'organo esecutivo, rende necessaria la convalida "a valle" del sequestro da parte dell'autorità giudiziaria, ai sensi dell'art. 355 c.p.p., convalida che nella fattispecie è stata ritenuta superflua dal pubblico ministero, rendendo pertanto illegittimo il mantenimento in sequestro dei beni e documenti acquisiti.