Cassazione penale Sez. I sentenza n. 36260 del 21 luglio 2017

ECLI:IT:CASS:2017:36260PEN

Massima

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Il terzo che intende far valere il proprio diritto di proprietà o altro diritto reale o personale di godimento su beni immobili oggetto di confisca nell'ambito di un procedimento di prevenzione patrimoniale, deve dimostrare la titolarità del diritto mediante prova documentale avente data certa anteriore al sequestro, non essendo sufficiente la mera allegazione di una situazione di fatto difforme dalla titolarità ufficiale risultante dagli atti negoziali. L'opposizione del terzo estraneo al giudizio di prevenzione, proposta nelle forme dell'incidente di esecuzione, è inammissibile ove il diritto vantato non sia comprovato da idonea documentazione, non potendo essere surrogata da altre prove, quali le presunzioni o le dichiarazioni testimoniali. Il terzo non può beneficiare di una rivalutazione nel merito dei temi fattuali già esaminati e ritenuti nel procedimento di prevenzione originario, al quale è rimasto estraneo, essendo vincolato agli accertamenti ivi compiuti, salvo che non dimostri la novità delle circostanze dedotte.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. CORTESE Arturo - Presidente

Dott. ROCCHI Giacomo - Consigliere

Dott. BONI Monica - rel. Consigliere

Dott. APRILE Stefano - Consigliere

Dott. MAGI Raffaello - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato il (OMISSIS) a (OMISSIS);
avverso il decreto del 14/06/2016 del TRIBUNALE di MILANO;
sentita la relazione svolta dal Consigliere Dott.ssa BONI MONICA;
lette le conclusioni del P.G. Dott. LOY ((omissis)), che ha chiesto dichiararsi inammissibile il ricorso.
RITENUTO IN FATTO
1. Con ordinanza in data 14 giugno 2016 il Tribunale di Milano rigettava l'istanza, proposta da (OMISSIS) nella qualita' rispettiva di patrigno e padre…

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